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A Eddie.

Il pretesto era il caffè.

La strada, non troppo lunga da percorrere, leggermente in discesa che lasciava alle spalle l’agglomerato urbano e allo scorgere di inquadrature ampie di campagne con prospettive ordinate arrivavo a parcheggiare la macchina.

Varcata la porta di ingresso, sempre aperta a qualsiasi ora, passando attraverso il giardino privo di recinzioni e che negli anni si era antropizzato, il nostro dialogo fioriva liberamente a vari livelli e su vari argomenti , mai banali, trasformandosi a seconda dei casi in discussione, chiacchiera o confronto tenuti assieme però da un filo rosso, quello legato a pochi concetti declinabili.

Il fare tanto con poco, l’impattare poco, il far parte di un ciclo naturale e in questo riuscire ad inserirsi , sopravvivere, distinguersi, senza però disturbare, cercare scorciatoie. Essere sinceri. Il valore del tempo, mai perso e l’importanza dei gesti, soprattutto dei piccoli gesti, misurati. L’essere presenti. Agire con un ritmo, preannunciato proprio e distinguibile.

Era un appuntamento , assieme ad altre occasioni, non programmato ma che si è sempre ripetuto, naturalmente, un appuntamento che era quasi diventato necessario, una costante e che ora manca…molto.

Di nuovo, GRAZIE DI TUTTO.

Ingresso giardino condominiale, via Vanzo Treviso:  Eddie Cauduro + Christian Zanatta

 

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