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Cassetti del 2017

Questo è un pezzo che in realtà in parte ci costa fatica scrivere perché parla dei nostri insuccessi, o delle cose che non sono andate per il verso giusto. Racconta di quei progetti che abbiamo fatto nel corso del 2017 e che per un verso o l’altro sono rimasti dentro ai nostri cassetti e ci resteranno.

Sul nostro sito abbiamo in realtà sempre piacere a pubblicare esclusivamente i lavori che realizziamo, sono pochissimi quelli che pubblichiamo che sono unicamente progetti, ce ne sono alcuni a cui teniamo particolarmente per il loro carattere sperimentale, ma in linea di massima tendiamo a non inserire sul sito i progetti, troppi siti di architetti sono pieni zeppi di rendering e disegni, noi siamo convinti che il progetto è meno del 50% del nostro lavoro che in realtà consiste prevalentemente nel riuscire a realizzare quello che si pensa, superando i problemi di ordine economico, sconfiggendo la tentacolare burocrazia e coordinando piccoli eserciti di imprese ed artigiani in battaglie all’ultimo sangue.

Tuttavia un articolo per raccontarvi quello che non si è fatto vi fa in parte vedere anche il backstage del nostro lavoro, e riporta il tutto nella dimensione dell’insuccesso con la quale di fatto dobbiamo convivere in modo sereno e consapevole. Vi mostra inoltre alcune cose che ci girano per la testa che magari un giorno con altri clienti ed altri contesti potrebbero divenire realtà. A noi serve  per tirare un bilancio su alcuni errori commessi e in parte per ricordare le cose fatte, anche perché poi il nostro lavoro in ogni caso consiste nel pescare periodicamente dai nostri cassetti e riadattare comporre integrare cose già fatte o pensate con nuovi pensieri e stimoli.

Partiamo allora dagli spazi per il pubblico. L’anno passato di fatto abbiamo lavorato sul progetto di ben quattro ristoranti, ve ne mostriamo solo tre, il quarto scaramanticamente attendiamo di capire quale sarà il suo destino. Il primo lavoro è stato per la riqualificazione esterna della pizzeria La Perla di Gemona del Friuli, i cui interni abbiamo rifatto alcuni anni fa. In questo caso i nostri clienti ci hanno chiesto di dare una nuova immagine contemporanea al locale in modo da uniformare esterno con interni.

Abbiamo fatto non ricordiamo nemmeno più quante ipotesi, delle quali non eravamo soddisfatti, fino a quando siamo arrivati all’ultima che è quella che vi mostriamo che al contrario ci piaceva. L’idea è stata quella di realizzare una sorta di grande imbuto che facesse da attrattore. Il ristorante è sulla strada si vede da lontano velocemente dall’auto, quindi la velocità richiede secondo noi un segno forte e chiaro da comprendere un qualche cosa che divenisse un micro landmark.

Quello che piace a noi però ha lasciato perplessi i nostri committenti che di fatto non se la sono sentita di scommettere su un’operazione così forte e quindi vabbè è rimasta un’idea in un cassetto, crediamo tuttavia che la strategia fosse corretta e logica, forse non abbiamo insistito in modo adeguato, non è da noi, forse non siamo riusciti a far comprendere che alla base di tutto in questo caso la necessità fosse ordine e sobrietà compositiva visto il disordine visivo circostante.

A volte i clienti non sono in grado di comprendere quando quello che si vede è poco. Poi altri due locali si diceva… Una pizzeria a Manzano ed un nuovo ristorante in centro a Udine.

Nella prima avevamo provato a ibridare un’estetica tradizionale con un approccio più contemporaneo. I clienti nonostante non si aspettassero un approccio del genere sono rimasti entusiasti del progetto perché era riuscito a coniugare anche il gusto delle diverse generazioni imprenditoriali che dovevano fare l’operazione, i genitori e la figlia più giovane.

Tutto poi quasi fosse un episodio di Amici Miei si è fermato per questioni legate a problematiche urbanistiche gravanti sull’immobile oggetto dell’intervento: sembra una barzelletta a raccontarla ma pare che possa essere espropriato e demolito per la realizzazione di una strada !!!!!!

I clienti presi da sconforto e dalle giuste necessità di avere certezze per i proprio investimenti, davanti ad una politica incapace di dare risposte chiare e rapide hanno tirato, giustamente, i remi in barca. Confidiamo che trovino un altro spazio dove poter riadattare questo progetto che piaceva loro molto.

Il ristorante invece è stato un primissimo esperimento di costruzione di architettura arredo, attraverso processi di scavo. E applicazione di alcune idee che ci girano per la testa da un pò legate ad abbinamenti cromatici e materici.

Ma come spesso accade alla fine dei primi conti sommari il tutto rappresentava per il potenziale gestore un investimento eccessivo rispetto alle proprie capacità finanziare.

Noi questo tipo di situazione non la viviamo mai come un problema, infatti è una cosa che accade spesso tuttavia noi viviamo il nostro ruolo di progettisti anche con la funzione di aiutare i nostri clienti a comprendere queste cose in anticipo e a migliorare la comprensione dell’impatto economico di un progetto prima che sia troppo tardi.  

Ci è stato anche chiesto di elaborare un’idea per riqualificare una piccola porzione di facciata di un complesso commerciale. Il nostro cliente aveva il desiderio di emergere visivamente rispetto ai concorrenti adiacenti.

Abbiamo proposto un semplice sistema a telaio con pannelli distanziati per dare l’effetto di smaterializzazione verso l’alto.

Un concetto che avevamo già sviluppato in altri progetti e che ci pare spesso di impatto. Il cliente ha molto apprezzato l’idea, che tra le varie cose è di abbastanza semplice realizzazione, tuttavia il tutto si è bloccato per questioni legate alla proprietà di fatto condominiale dell’immobile ed immaginiamo anche alla volontà simmetrica da parte delle altre attività commerciali di non essere messe visivamente in ombra.

Dentro di noi speriamo che il concept potrebbe essere applicato con successo all’interno corpo di fabbrica.

Passando al tema dell’abitare, che di fatto rappresenta la parte principale della nostra attività i progetti che abbiamo sviluppato e che non sono andati avanti, crediamo abbiano risentito sia della nostra volontà di produrre architetture contemporanee che non sempre sono digeribili a tutti sia da una scarsa visione da parte dei nostri potenziali clienti della complessità e del costo di realizzare una casa di qualità.

Il primo progetto a San Daniele del Friuli era una casa per una giovane famiglia. Avevamo lavorato, come sempre facciamo, sul corretto orientamento della casa e sugli apporti solari passivi.

Avevamo realizzato due semplici corpi di fabbrica slittati l’uno rispetto all’altro attingendo a dei tipi edilizi piuttosto tradizionali, la casa a capanna e l’annesso agricolo.

Materiali semplici una pianta ordinata, un progetto misurato che potesse anche rispondere ad un budget non esagerato. I clienti tuttavia desideravano più spazio e forse un piano in più, noi non siamo stati capaci di non dire la verità e cioè che non era possibile ottenere tutto quello che si voleva stando nel budget ed abbiamo insistito con la nostra proposta convinti fosse la strada giusta e ben calibrata.

A volte è necessario deludere le persone ma noi pensiamo sia meglio piuttosto che raccontare le favole. Restiamo convinti che sarebbe stata una bella casa di una giusta misura.

Il cliente perfetto, sconosciuto che ci chiama perché ha visto il nostro lavoro in rete. Il cliente perfetto che dimostra conoscenza architettonica, cultura, desiderio di avere una casa unica.

Il progetto era una delle cose più stimolanti che ci fosse capitata recentemente, intervenire su una casa esistente modificandola ed ampliandola per dare spazio a luoghi flessibili e multi funzionali dove le passioni dei potenziali clienti (musica e restauro di mobili antichi) potessero trovare spazio. Facciamo molte riunioni appassionanti dove ragioniamo di arte e di riciclo, dove parliamo di materiali poveri e di luce.

Costruiamo un progetto parassita che scava l’esistente e si innesta, un progetto che segue la luce. Come sempre ci concentriamo sul tema dei differenti livelli di privacy e di scoperta.

Su richiesta dei clienti progettiamo un sistema espandibile che possa crescere nel tempo per soddisfare la necessità di avere un piccolo magazzino e di una stanza della meditazione e per farlo su suggerimento dei clienti stessi decidiamo di impiegare i nostri amati container marittimi.

Lavoriamo con passione, le revisioni si susseguono e il progetto cresce con entusiasmo fino a raggiungere un livello di definizione che ci permette di iniziare a chiedere qualche preventivo.

Naturalmente durante tutto questo iter siamo perfettamente consapevoli che stiamo progettando un edificio di un certo impatto economico ma crediamo che i nostri committenti, persone di cultura e con le idee molto chiare lo siano altrettanto nel  momento in cui ci dicono più volte “facciamo un bel progetto che ci piace il budget non sarà un problema”.

Nel momento in cui presentiamo un breve prospetto sintetico dei costi per realizzare questo progetto, che comunque consiste in una casa di circa 400 mq (come da richieste) l’entusiasmo si raffredda davanti a questa consapevolezza.

Non ci siamo più visti, questo progetto ci ha entusiasmato ma ci ha insegnato a non farci innamorare subito dei sogni.

Un piccolissimo appartamento da rinnovare per rendere accogliente, clienti simpatici pieni di entusiasmo, una giovane famiglia che apprezza subito la nostra proposta che svuota tutto e trasforma gli arredi in attori di un palcoscenico.

Ci troviamo d’accordo su quasi tutto e quasi subito, decidiamo di impiegare una resina a terra, di fare delle scale in lamiera nera piegata tenute appese al solaio, alcuni elementi in legno daranno calore.

Noi siamo contenti del risultato ed altrettanto i clienti. Ma anche il piccolo se fatto bene richiede un certo impegno di spesa, soprattutto a livello di dettaglio. E per fare le cose bene serve tempo.

Purtroppo i clienti hanno un tempo limitato per l’intervento , dal momento che devono abitare nella casa e non possono stare troppo fuori ed allo stesso tempo hanno un budget stabilito per l’investimento e correttamente decidono di riflettere se vale loro la pena investire molto denaro su un appartamento che comunque alla fine per quanto bello resterà piccolo o conservare il denaro per altri investimenti.

Non possiamo dar loro torto, anzi è giusto ragionare bene sui propri investimenti. Sono comunque stati clienti corretti simpatici e gentili e noi crediamo di aver correttamente svolto il nostro ruolo di prospettargli la miglior soluzione possibile ed al contempo permettergli di capire al meglio tempi e costi.

No regrets !

Infine sempre legato al tema dell’abitare ma visto in termini emergenziali.

Da un pò di tempo grazie al nostro cliente Gandelli House siamo impegnati in centro Italia nel supporto alle popolazioni colpite dal sisma. Tra le cose fatte ad esempio il nuovo poliambulatorio di CUAMM – Medici per l’Africa ad Arquata del Tronto (potete vedere qui di cosa si tratta).

Dunque dicevamo… In questo caso il tema era la progettazione di piccole case emergenziali a Cascia.

La richiesta era di pensare a cose a bassissimo costo e così scegliamo la strategia di trovare qualche cosa di già presente sul mercato ed implementarlo con delle micro strutture che ne cambiassero la configurazione con portici e schermature, regalando così alle abitazioni uno sfogo esterno.

Oltre a questo ragioniamo sul sistema aggregativo delle abitazioni immaginando uno schema meno rigido rispetto a quello che abitualmente siamo abituati a vedere, anche in questo caso per poter definire spazi esterni più interessanti. Non abbiamo più avuto notizie di questo progetto…

Questo in sintesi il racconto di alcuni progetti che sono stati sui nostri tavoli durante l’anno appena trascorso, progetti che ci hanno impegnato ed appassionato, perché quando si inizia l’avventura è sempre nuova ed ogni progetto ogni idea è concepita per essere realizzata.

Progetti che alcune volte, la maggior parte, sono stati anche pagati dai clienti che sono stati capaci di comprendere che anche un progetto è un lavoro e che il tempo ha un valore.

Progetti che rimarranno nei nostri cassetti ma da cui sicuramente in futuro attingeremo perché le idee non hanno scadenza.

 

 

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